domenica 22 maggio 2011
milano napoli ..la rivolta al nano...
Giuliano Pisapia Sindaco X Milano
Sono nato a Milano, il 20 maggio del 1949. Faccio l’avvocato e vorrei diventare il sindaco della città che amo e nella quale ho sempre vissuto. Mi sono laureato in Scienze politiche e Giurisprudenza.
Negli anni dell’università ho cominciato a lavorare: edu...catore al carcere minorile Beccaria, operaio in un’industria chimica, impiegato in banca. Solo a trent’anni ho cominciato a fare l’avvocato. Il mio lavoro di penalista mi ha portato a contatto con le ingiustizie, le disuguaglianze, la mancanza di diritti.
Ho seguito, insieme al mio studio, molti tra i processi più importanti di questi ultimi anni - da quello conosciuto come “Toghe sporche” (imputati Previti, i giudici Squillante e Metta ed altri) in cui ero parte civile - ai fatti del G8 di Genova dove sono stato l’avvocato della famiglia di Carlo Giuliani; fino al processo per l’uccisione di Dax. Uno dei processi che ricordo con particolare commozione è quello in cui ho difeso Germano Nicolini, , comandante partigiano, accusato e condannato ingiustamente per l’uccisione di Don Pessina, riabilitato al termine del processo di revisione. Ho partecipato a numerosi collegi internazionali di difesa, tra i quali quello per il leader curdo Ocalan . Ma ho anche continuato a seguire i casi minori, quelli che riguardano la gente comune, gli emarginati, i tossicodipendenti e che non finiscono sulle prime pagine dei giornali. Proprio partendo da questo ho deciso di mettere la mia esperienza a disposizione della città.
Sono certo che per essere più ricca, attraente e sicura, una città deve cominciare con l’essere più giusta. Per me la politica è soprattutto servizio. E’ un insegnamento che ho imparato nella mia famiglia, prima ancora che sui banchi del liceo classico Berchet. Da mio padre, Giandomenico , avvocato, ho ereditato l’amore per il diritto e i diritti; da mia madre, Margherita, cattolica, l’attenzione per i più deboli. Dalla politica intesa come impegno volontario – scout, barelliere per la Croce Rossa, tra gli angeli del fango di Firenze, in delegazione nei luoghi più poveri e in quei Paesi dove il diritto e la dignità delle persone sono calpestate – alla politica nelle istituzioni: il mio impegno sulla città mi ha portato, nel 1996, ad essere eletto deputato come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista.
In quella legislatura sono stato presidente della commissione giustizia della Camera dei deputati. Nel 2001 sono stato rieletto deputato e sono stato presidente del Comitato carceri. Credo nel ricambio, penso che la politica non debba essere un mestiere a vita, per questo non ho accettato di candidarmi per la terza volta. Per la coalizione di centrosinistra, alla vigilia delle elezioni del 2006, ho coordinato il gruppo che ha preparato il programma per la giustizia. Nel 2009 sono stato chiamato a presiedere la Commissione ministeriale per la riforma del codice penale. Ho scritto diversi saggi.
L’ultimo, «In attesa di giustizia, dialogo sulle riforme possibili», è il compendio di quelle esperienze: perché cambiare si può. Non ho figli, ma sono felice di avere intorno a me il figlio di mia moglie e sette nipoti: una squadra di ragazzi tra i 12 e i 30 anni che adoro e che ogni estate riunisco per un viaggio tutti insieme. Sono un gran viaggiatore e sono stato molto sportivo: calcio, sci, pallanuoto a livello agonistico. Adoro il mare e andare in moto. Non so cucinare e la sera mi addormento leggendo Topolino, il mio fumetto preferito fin da quando ce lo contendevamo, nella nostra casa di viale Montenero, io e i miei sei fratelli
------------
Articolo
CALMA E GESSO! - LA DESTRA VUOLE BUTTARLA IN RISSA, NOI NON DOBBIAMO ACCETTARE PROVOCAZIONI E CE LA FAREMO
di lucmu (del 22/05/2011, in Politica, linkato 145 volte)
Calma e gesso! Può suonare un po’ banale e forse anche ripetitivo, visto che un appello del genere l’avevamo già formulato un mesetto fa su questo blog. Ma non lo è affatto, poiché mancano solo pochi giorni al voto e la destra tenta ormai il tutto per tutto pur di non perdere Milano. E di questo tutto fa parte anche la provocazione e la ricerca ossessiva e sistematica dell’incidente e del fattaccio pur di accreditare le proprie bugie sul conto di Pisapia.
Siamo rimasti scossi un po’ tutti dalla violenza dell’offensiva di Berlusconi, post-fascisti e Lega contro Giuliano e diversi di noi si sentono anche disorientati. Beninteso, questo è perfettamente comprensibile, perché siamo umani ed il contrasto tra la nostra bella euforia del 16 maggio e la brutalità della loro campagna d’odio è davvero eclatante. Eppure, comprensibile o no, dobbiamo armarci di santa pazienza, mobilitare la nostra intelligenza e, soprattutto, non cadere nel tranello.
La loro campagna ha due obiettivi: primo, cercare di motivare quella parte del loro elettorato che al primo turno si era astenuta e, secondo, disorientare e fiaccare il nostro elettorato, perché non tutti quelli e quelle del primo turno tornino a votare al secondo. È un obiettivo quasi disperato, visti i numeri, ma proprio per questo sono disposti a qualsiasi cosa, perché ora non hanno più nulla da perdere. Anzi, rischiano di perdere l’unica cosa che gli interessa davvero, cioè il potere.
Non rispetteranno più alcuna regola, scritta o non scritta, e dobbiamo saperlo. L’occupazione quasi militare dei Tg né è stato esempio lampante. Le accuse, gli insulti e le bugie sono e saranno senza freni e limite: da “zingaropoli” a Pisapia “estremista" e “amico della sinistra dei centri sociali”, dalla Milano “mecca di gay e clandestini” fino all‘esilarante “Pisapia è, metaforicamente parlando, un Anticristo. Che le Scritture descrivono come personaggio suadente.”, lanciato dalla rivista ciellina Tempi (non è una battuta, andate a vedere qui). Ci sono e ci saranno promesse di ogni tipo, anche quelle più incredibili e pazzesche: Ministeri a Milano, no tax area, abolizione dell’Ecopass, condono per le multe (sono 600mila le cartelle esattoriali già spedite dalla Polizia Locale milanese tra gennaio ad oggi e quindi nemmeno condonabili senza un’apposita legge nazionale) eccetera.
C’è tutto questo, ma gli manca qualcosa: il fattaccio da esibire, appunto. E se non c’è tentano di inventarselo, come nel caso della madre dell’assessore Rizzi, che sarebbe stata aggredita ieri da un sostenitore di Pisapia. Le frange di picchiatori dietro Giuliano ‘il mite’, strilla il Giornale. Non è vero niente, non si trova traccia di quell’aggressione nemmeno nei verbali delle forze dell’ordine, ma chi se ne frega!
La verità è banale e suona così: con tutti i soldi e il potere mediatico che hanno è però maledettamente difficile convincere i milanesi che Pisapia sia in realtà il lupo travestito da agnello e il capo dell’estrema sinistra violenta, se poi manca l’inquadratura giusta.
Per questo provocano, cercando l’incidente. In questi giorni sono arrivate segnalazioni a valanga che lo testimoniano. Troppo lungo elencarle. Molte sono vere, altre sono piuttosto il frutto del nervosismo che si è fatto largo dalle nostre parti, specie sui territori, tra i volontari, tra quelli che si sbattono ogni giorno per la campagna di Giuliano. Comunque sia, il clima è questo e, in ultima analisi, è il clima che conta.
Ebbene, se il gioco della destra è questo, cioè provocare, innervosire, cercare lo scontro e il fattaccio, allora noi non dobbiamo stare al gioco. Giuliano Pisapia oggi l’ha detto in maniera biblica: “porgere l’altra guancia”. Ognuno e ognuna di noi lo dica come gli pare, ma il punto è sempre questo: non dobbiamo accettare provocazioni, né farci innervosire. Calma e gesso, dunque! Sangue freddo, nervi saldi, occhi aperti eccetera eccetera.
A volte è dura, lo so, perché c’è un limite agli insulti e alle prese per il sedere che uno/a può sopportare, ma lo dobbiamo fare per una buona causa, cioè per sgomberare da Palazzo Marino Moratti, De Corato, Salvini e tutta la destra che da 18 anni sta soffocando Milano.
Insomma, se loro fanno così è perché hanno paura e perché sanno che stanno per perdere. E noi, se vogliamo finire il lavoro iniziato al primo turno, dobbiamo essere all’altezza dello scontro, tenere duro e mobilitare tutte le nostre energie quest’ultima settimana per riportare al voto quelli e quelle che hanno votato per Pisapia al primo turno e per convincere chi non l’ha ancora fatto a farlo il prossimo fine settimana.
E lo dobbiamo fare seppellendo le loro provocazioni con il nostro sorriso.
Luciano Muhlbauer