sabato 2 gennaio 2010

tanto va la gatta al lardo...........................

“In ogni tempo e in ogni paese ci sono persone che tentano di fermare la storia. E’ gente che teme il futuro, che non ha fiducia nel presente e che si rifà ad un passato sereno e tranquillo che in realtà non è mai esistito. . (R.F.Kennedy, 1964)”
Affermare che quanto accade nel presente affonda le sue radici nel passato e che il futuro sarà la naturale conseguenza del presente potrà sembrare l’inutile enunciazione di un’ovvietà, solo perché, in effetto, questa è la legge fondamentale della Storia.
Non esistono soluzioni di continuità né nei piccoli né nei grandi accadimenti, e tutto il divenire nel suo perenne cambiamento evolutivo è solo la risultante inevitabile di quanto è ormai alle nostre spalle.
Asserire quindi, a volte, che quanto accade è assurdo e incomprensibile, è solo una dichiarazione d’impotenza e d’incapacità d’interpretazione della realtà.
Accade spesso, è vero, che taluni comportamenti individuali e collettivi sembrano non voler tener conto che la Storia non fa salti, visto che ciascuno si regola come l’istinto o l’interesse personale gli detta.
A giustificazione di ciò, e forse non a torto, sta il fatto che la Storia, ossia, la concatenazione di avvenimenti succedutisi nel tempo e nello spazio, pare voglia perseguire fini suoi propri, che noi non riusciamo o non possiamo conoscere, e pertanto per ciascuno é più opportuno e conveniente seguire il proprio punto di vista.
Anche se dalla Storia - a volte - è possibile trarre chiari e validi indirizzi di interpretazione dei fatti nonché pratici e concreti insegnamenti per la prefigurazione del domani.
Uno di questi, ad esempio, insegna che quanto - nel passato - si è verificato in un particolare contesto, potrebbe ancora verificarsi - in futuro - allorché lo stesso contesto si dovesse ripresentare.
Nel passato più o meno recente è accaduto che rivoluzioni sanguinose siano insorte, spesso, nei momenti di passaggio forzato da un sistema di potere all’altro, quando le forze al potere (che in quel momento erano le più deboli) si sono opposte al cambiamento: così è stato per la rivoluzione francese, con la borghesia vincente.
E’ vero anche che le rivoluzioni, spesso, le fa chi non ha più nulla da perdere se non la vita stessa, quando la sua qualità è disperatamente misera, ed é anche vero che troppa gente su questa terra vive in condizioni subumane: questa constatazione dovrebbe guidare i popoli ricchi nei loro rapporti con quelli del terzo e del quarto mondo, i cui governanti - spesso corrotti - sono sostenuti dai popoli ricchi, che attraverso essi possono lucrare i propri vistosi interessi.
La Storia inoltre è, per buona parte, conseguenza di comportamenti di singoli individui, di gruppi sociali, di popoli, di Stati, di alleanze di Stati, che interagiscono sinergicamente fra loro e che, prima, durante e dopo gli accadimenti, rendono più o meno palesi i loro veri obiettivi, consentendo, così, soltanto una conoscenza relativa ed una lettura finalistica e di parte degli accadimenti stessi.
Trattasi, pertanto, di una lettura strumentale, viziata da deformazioni di ottica, come se gli stessi accadimenti fossero guardati attraverso le stesse lenti da vista da persone diverse che hanno differenti difetti visivi.
E non solo, ma anche perché ciascuno ci vorrà vedere quello che più valorizza il proprio punto di vista, ovvero il proprio interesse.
C’è la storia dei vinti e quella dei vincitori, c’è la storia di un’ideologia e quella dell’ideologia contrapposta, così che la Storia - che in assoluto c’ é anch’ essa - nessuno la potrà conoscere compiutamente, almeno nell’immediato.
In effetto, tutte le volte che esprimiamo giudizi, riferendoci ad avvenimenti del passato, remoto o vicino, che del passato tracciano la storia, dobbiamo inquadrare gli accadimenti nella giusta cornice temporale e interpretarli alla luce dei valori e della situazione politica e socio-economico-culturale di allora (IL CONTESTO), cui s’ispirava il modo di esistere e di pensare di coloro che in questi avvenimenti furono coinvolti allora, quando essi si verificarono.
Non si può giudicare quanto si è verificato nel passato valutandolo con i valori di oggi né si può giudicare quello che accadde in mondi culturalmente diversi dal nostro con il nostro sistema di valori: allora e/o lì la Storia, nella sua necessità, volle quanto accadde e quanto accadde non poteva essere diverso.
Così come non può essere diverso quanto accade oggi: noi al momento assistiamo, partecipando o no, ad avvenimenti in cui siamo coinvolti, nostro malgrado, senza poter modificare gli eventi e se li modifichiamo nel senso diverso da quello che vuole la Storia, essa interviene, prima o poi, per riportarli sul giusto binario.
Di fatto, è molto difficile controllare il moto della Storia e la Storia stessa.
Ciò non vuol dire che dobbiamo astenerci dal cercare di conoscerla e comprenderla; anzi questo nostro impegno deve essere continuo, se non vogliamo che altri ce la racconti a suo modo, adoperando a tal fine, nell’ambito di una calcolata strategia del consenso, le moderne tecniche della persuasione, affinché noi la si accetti senza spirito critico.
Purtroppo, tale impegno richiede la ricerca ed il possesso di una massa di informazioni la più vasta possibile, spesso difficilmente controllabile e classificabile, perché le informazioni da cui siamo investiti sono tante e a volte, nella loro frammentarietà e diversità, rischiano di farci perdere il bandolo della matassa.
Viene il sospetto che forse la disorganicità con cui i moderni media ci presentano il vasto panorama delle notizie (giornaliere, settimanali, mensili. ecc.) sia ricercata ad arte per non consentirci, appunto, di mantenere o ritrovare il bandolo, nonostante la globalizzazione dell’informazione, anzi forse proprio in conseguenza di ciò.
Questo vale soprattutto per gli accadimenti più recenti, nei quali gli interessi di parte dei vari livelli di potere sono sempre più difficilmente individuabili e identificabili; ciò in quanto le parti in causa sono in grado di controllare i media e di far conoscere solo quanto é di loro interesse, presentandolo, peraltro, sotto la visuale loro più conveniente.
Peraltro la globalizzazione tende ad essere semplificata (si fa per dire) dalle concentrazioni in atto nei sistemi informatico-mediali: pochi gruppi controllano ormai il mondo dei media e poiché le mega concentrazioni sono conseguenza della legge naturale, che vuole la sopravvivenza solo di chi si espande, rischiamo allora di conoscere solamente le poche cose che ognuno dei potenti gruppi informatico-mediali vorrà o potrà farci vedere.
Di fatto, per noi esiste solo ciò che possiamo vedere e conoscere, direttamente o indirettamente.
Solo un’esperta capacità d’analisi e di sintesi e, soprattutto, la capacità di comprendere quanto e quando quelle tecniche di condizionamento degli individui e delle masse sono adoperate nel presentarci gli accadimenti (da coloro i quali intendono orientare le scelte individuali e collettive), potranno permetterci di non perdere l’orientamento nella giungla dell’informazione e di mantenere intatta la nostra autonoma capacità di giudizio
Bisognerà essere capaci di non lasciarsi influenzare emotivamente dalla propria appartenenza, cosa molto difficile perché siamo spesso sollecitati al coinvolgimento e ciascuno di noi, a volte, definisce le proprie scelte non in base al vero o al giusto ma in base al maggior vantaggio o al minor danno per la propria fazione.
Ma la Storia, prima o poi, rimette sempre tutto a posto: anche se molti avvenimenti, importanti e non, sono stati determinati artificiosamente attraverso il condizionamento degli individui e delle masse (spinti ad agire sotto gli stimoli di chi, avendone il potere, era in grado di orientare l’opinione pubblica verso il proprio volere) col tempo la sapienza della Storia ha rivolto il corso degli avvenimenti sempre verso la giusta direzione, quella coerente, appunto coi fini della Storia stessa.
Ne fanno fede i risultati negativi di talune rivoluzioni ovvero gli sviluppi involutivi di tante rivoluzioni, allorquando sono state instaurate tirannie che hanno tradito i valori cui s’ispiravano i rivoluzionari: la Storia ha spazzato via i tiranni ed il loro sistema di potere, sempre.
Perché la Storia, in definitiva, ci mostra qual è il cammino che essa segue: il cammino degli individui e delle masse verso la libertà, l’autodeterminazione e una sempre più degna qualità della vita.
Tutti coloro che le si sono opposti, prima o poi sono stati ridotti alla ragione.
E’ successo sempre.



Agi Berta
Che bella nota Nino! La leggerò ai miei alunni
appena riaprono le scuole.
Grazie.

Nino La Rosa
Grazie dell' apprezzamento.
Non vorrei essere fra i tuoi alunni per il supplizio.....

Salvatore Curatola
il corso della storia, per certi versi è inarrestabile,
magari può essere rallentato ma prima o poi i furbi
vengono smascherati e difficilmente possono farla franca.
La storia è un pò come la natura, prima o poi si
riprenderà ciò che le è stato tolto......
voglio essere ottimista per
questo inizio d'anno con un monito ai 7 nani
tanto và la gatta al lardo che ci lascia lo zampino


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